SABATO 22 FEBBRAIO ALLE ORE 17:00 @ Wiki Hostel & Greenvillage
EVENTO FINALE E DI PRESENTAZIONE DEL PROGETTO “WORDS ARE STONES-Youth participation against racism: online and offline”
IL PROGETTO “WORDS ARE STONES” consiste in un workshop di scambio internazionale e coinvolgerà educatori, youth workers e volontari che lavorano nel mondo giovanile. Il progetto è promosso dall’associazione Lunaria (Roma) in collaborazione con No Border Line ONLUS e altre 7 organizzazioni provenienti da altrettanti paesi europei, si svolgerà a Wiki Hostel nel mese di febbraio. Il 22 febbraio ci sarà l’evento pubblico conclusivo del progetto e di presentazione del lavoro svolto.
Descrizione del progetto:
OBIETTIVO DEL PROGETTO: sensibilizzare sulla crescita quotidiana di discriminazioni, xenofobia e razzismo in generale e in particolare su Internet, tra e verso i giovani, al fine di consentire loro di prevenire tali azioni e la protezione delle vittime.
Inoltre, l’obiettivo del progetto è quello di creare una vasta e dettagliata mappatura del razzismo e il discorso di odio on-line, analizzando le similitudini e le differenze tra i siti web nei diversi paesi. Questo passaggio è propedeutico al fine di creare nuovi strumenti per denunciare la diffusa del razzismo on-line e per creare campagne specifiche di sensibilizzazione,condivid
Noi crediamo che, al fine di realizzare gli obiettivi di cui sopra, sia fondamentale lavorare sul campo educativo dei giovani. In realtà essi sono più vicino alle nuove tecnologie, ma, nella maggior parte dei casi, sono anche i soggetti più vulnerabili,esposti ai messaggi razzisti. In questo processo, il primo passo è quello di fornire agli educatori e youth workers che lavorano con i giovani nuove informazioni sui temi di cui sopra, per offrire loro nuovi strumenti efficaci per contrastare l’ampia diffusione di questo fenomeno e di conseguenza fare il loro lavoro in maniera più radicata, efficace e duratura nei loro ambiti locali.
TEMI: Antirazzismo e cittadinanza europea; sviluppo urbano.
Antirazzismo e cittadinanza europea:
Nella società di oggi vediamo una crescita esponenziale di razzismo,xenofobia e intolleranza e la conseguente manifestazione di questi comportamenti sta portando ad un’escalation di pratiche discriminatorie verso le persone provenienti da altre culture.
Il razzismo è impostato sull’idea che in qualche modo ci siano persone che sono inferiori e superiori a causa delle loro caratteristiche biologiche distintive e innate che le “definiscono”. Il risultato di questa convinzione è la crescita e la diffusione di pregiudizi e stereotipi verso ciò che tendiamo a definire “diverso”.
In questo processo è il verbo “definire” ad assumere un significato ingannevole: finchè si crede che ci siano persone col potere di definire altre persone, etichettandole e definendo confini invisibili.
Il razzismo sta vedendo un’evoluzione e una consistente diffusione grazie ai media, alle nuove tecnologie e alla comunicazione in genere. Anche se questi strumenti possono essere considerati come uno strumento per monitorare e denunciare il fenomeno del razzismo, allo stesso tempo possono essere utilizzati per promuovere atteggiamenti e ideologie razziste.
Internet, infatti, può facilmente offrire un velo protettivo per coprire approcci razzisti, lasciando in qualche modo la sensazione che ci sia razzismo ma non ci siano razzisti – un nome senza soggetto, una conseguenza che nessuno ha causato, un sistema che nessuno promuove. Questo contribuisce alla creazione di nuove vittime senza avere la possibilità di identificare gli autori.
I giovani sono i più esposti al razzismo on-line, ai suoi messaggi e, dal momento che spesso non hanno strumenti sufficienti per decodificare i messaggi e denunciarli, possono essere considerati la categoria più vulnerabile di fronte a questa ampia diffusione.
Per questo motivo è fondamentale lavorare sul campo educativo dei giovani, che sono più vicini alle nuove tecnologie, dando loro nuovi strumenti per decodificare i messaggi e per promuovere approcci opposti basati sul rispetto delle differenze e sulla promozione dello scambio interculturale.
E’ come rendere i giovani, che operano come cittadini attivi, in grado di intervenire concretamente nella loro vita.
Nel processo di sensibilizzazione, educatori, operatori e youth workers giocano un ruolo importante. Dal momento che sono quotidianamente in contatto con i giovani, sono le persone che possono realmente far emergere il problema e condividere nuovi strumenti per combatterlo.
Possono, inoltre, coinvolgere i giovani in processi antirazzisti, supportandoli nella creazione di campagne contro il razzismo e nella loro promozione e radicamento a livello locale e internazionale, attraverso l’utilizzo degli strumenti delle nuove tecnologie.
Sviluppo urbano:
Le periferie delle capitali europee, anche se caratterizzata da specifiche peculiarità, sono segnate da problemi comuni, come la mancanza di spazi verdi, la scarsità di servizi e di trasporti pubblici, gli edifici non autorizzati e grattacieli, senza o con pochi spazi comuni per attivare momenti di socialità e socializzazione. Tutti questi aspetti fanno sentire gli abitanti esclusi e separati dal resto della città, chiusi in una sorta di “ghetto” artificiale.
Questo è un grosso rischio perché la convinzione di vivere in un ambiente “non protetto” e abbandonati rende le persone rassegnate e non motivate ad attivare percorsi concreti per migliorare e valorizzare questi territori. Inoltre, è anche importante ricordare che molte periferie stanno diventando i luoghi di vita delle diverse comunità migranti.
Questo ha portato alla creazione di ambienti multiculturali dove le diverse comunità non necessariamente condividono le loro esperienze e background e rischiano di diventare luoghi di tensioni e di non-accettazione delle differenze.
Per queste ragioni è fondamentale agire in questi posti: per attivare nuovi strumenti per combattere la diffusione del razzismo. Il primo passo è quello di sensibilizzare i giovani e le loro famiglie, perché attraverso la diffusione di informazioni è possibile sviluppare diverse forme di impegno e attivazione basati sull’idea che ogni persona è unica e può contribuire attivamente al benessere della propria comunità locale.
Il secondo passo di questo processo è l’implementazione di campagne, avviate e promosse dai giovani in modo che il messaggio antirazzista possa essere condiviso, a lungo termine e radicato in prospettiva anche in altre comunità locali, grazie ad un effetto moltiplicatore.